Tonno e Clima, doppia minaccia per il Mediterraneo e la pesca

Tonno e Clima, doppia minaccia per il Mediterraneo e la pesca

mercoledì 11 giugno 2025

 A monitorare gli effetti Confcooperative Fedagripesca che lancia un appello per maggiori investimenti nella ricerca scientifica

Tonno e Clima, doppia minaccia per il Mediterraneo e la pesca

La popolazione di tonni nel Mediterraneo è triplicata nell'ultimo decennio, trasformandosi da risorsa in una seria minaccia per altre specie ittiche, in particolare il pesce azzurro. L'allarme arriva da Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca, commentando dati FAO sullostato di salute delle risorse ittiche. Ogni tonno adulto consuma fino a 40 chili di pesce al giorno (pari al 10% del suo peso corporeo), nutrendosi di totani, acciughe e altre specie.

Le rigide norme europee su calendari, quantitativi di pesca, ispettori a bordo e porti di sbarco hanno reso il tonno la specie commerciale più tutelata al mondo, innescando però un boom demografico con effetti negativi su altri stock ittici e sulle attività di pesca. "Non vorremmo trovarci a considerare il tonno da risorsa a minaccia e dover pianificare abbattimenti selettivi, come per i cinghiali", avverte Tiozzo.

Fedagripesca sottolinea che gli sforzi della pesca professionale hanno contribuito alla salute di pesci, molluschi e crostacei, ma una pesca sempre più selettiva rischia di favorire una specie a discapito di altre. In Sicilia, ad esempio, nelle aree "nursery" (zone di riproduzione dove la pesca è vietata o limitata), si assiste alla proliferazione di palombi, razze e spinaroli (squali) che cacciano gamberi rosa e merluzzi, finendo spesso decapitati nelle reti. "È una lotta impari le cui conseguenze le paghiamo noi pescatori", denunciano le cooperative.

L'Impatto del Clima sul "Motore" del Mare

A complicare ulteriormente lo scenario è il cambiamento climatico, che minaccia l'upwelling, il vitale processo di risalita di acque profonde, fredde e ricche di nutrienti che alimenta il fitoplancton, base della catena alimentare marina. Fedagripesca, mappando gli effetti e avverte: "Entro il 2050 si rischia una riduzione del 20% dei fenomeni di upwelling, meno frequenti, intensi ed efficaci, con effetti a cascata su pesci, ecosistemi e comunità costiere".

Questi "hotspot" di produttività, fondamentali nonostante coprano solo l'1% degli oceani a livello globale (ma forniscano fino al 50% del pescato mondiale), includono nel Mediterraneo lo Stretto di Messina, Carloforte (Sardegna), la costa Adriatica orientale e il Canale di Sicilia. L'upwelling sostiene specie commerciali cruciali come acciughe, sardine e tonni. In Adriatico, ad esempio, supporta il 40-60% degli stock commerciali, alimentando il plancton di cui si nutrono piccoli pesci.

Il riscaldamento globale, causando una maggiore stratificazione delle acque e venti indeboliti (come la Bora), riduce l'efficienza dell'upwelling. Le conseguenze sono un calo del fitoplancton, migrazioni forzate (le acciughe si spostano verso il largo in cerca di acque più fresche e diventano più piccole) e la proliferazione di specie aliene. Sono minacciate anche specie autoctone come i ricci, la cui densità in Puglia e Sicilia è crollata sotto gli 0,2 individui per mq (ricerca Università del Salento). Effetti del caldo si registrano anche fuori dal Mediterraneo, con pescatori britannici che segnalano catture di polpi nella Manica fino a 240 volte superiori allo stesso periodo del 2024.

Appello alla Ricerca

Di fronte a questa doppia sfida – la pressione predatoria del tonno in eccesso e l'alterazione degli ecosistemi dovuta al clima – Fedagripesca lancia un appello per maggiori investimenti nella ricerca scientifica. "Il settore ittico è sempre più chiamato a fare i conti con gli effetti del climate change. La ricerca scientifica deve accompagnare i processi decisionali nella gestione della pesca e indicare la strada per prevenire e contenere le minacce climatiche al benessere degli ecosistemi marini", conclude Tiozzo. L'obiettivo è comprendere i rapidi cambiamenti in atto e individuare contromisure efficaci per un mare sotto stress.

  Alessandra Fabri

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