Anziani: il punto sulla riforma con in protagonisti dell’evento “Un nuovo patto tra generazioni”

Anziani: il punto sulla riforma con in protagonisti dell’evento “Un nuovo patto tra generazioni”

martedì 30 maggio 2023

Le proposte della cooperazione, il confronto con le istituzioni e le esigenze del mondo delle professioni

Anziani: il punto sulla riforma con in protagonisti dell’evento “Un nuovo patto tra generazioni”

Un confronto a tutto tondo sulla legge quadro sugli anziani quello voluto da Confcooperative con il convegno “L. 33/2023, un nuovo patto tra generazioni” e che ha coinvolto istituzioni, esperti e il mondo delle professioni socio-sanitari. Al centro le proposte della cooperazione per delineare insieme il cammino di una riforma attesa oltre venti anni.

L’apertura dei lavori affidata a Monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita

che ha evidenziato quanto sia cruciale la sussidiarietà.

 “Abbiamo 14 milioni di anziani. Sono una risorsa anche quando non si muovono: è il magistero della fragilità. Quando esercitano il ruolo da nonni il loro impatto vale una manovra finanziaria. È un popolo nuovo sul quale non c’è pensiero. Abbiamo 2,7 milioni di anziani a casa lasciati alla loro merce. Poi c’è la solitudine che riguarda tutti e anche su questo non ci pensa nessuno”, ha affermato Monsignor Paglia. Per il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita “Questa legge è tesoro preziosissimo per 14 mln anziani che saranno presi in carico non a prestazione, ma in un continuum assistenziale e affettivo che ribalta la prospettiva e supera la divisione tra sociale e sanitario. L'accesso degli anziani al pronto soccorso costa ogni giorno 720 euro. Sono accessi non necessari. Perché sono persone sole che non sanno a chi rivolgersi, e che potrebbero essere assistite a casa con un costo giornaliero di 40 euro”. Ma chi sono e come stanno oggi gli anziani in italia? La fotografia della terza età affidata a Roberto Bernabei, Presidente Italia Longeva. “La fragilità – secondo Bernabei- è il primo segnale dell'invecchiamento, ed è da lì che bisogna intervenire. Questa è una legge epocale ma ha bisogno di un'analisi dettagliata e complessiva basata su numeri certi”. Spazio alle istituzioni per fare il punto sui decreti attuativi. Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. “Abbiamo iniziato il percorso per la definizione dei decreti attuativi, entro gennaio 2024. E lo abbiamo fatto in condivisione e ascolto con le parti sociali e gli ordini professionali. In 150 giorni abbiamo approvato una riforma di disegno delega sulla terza età. Non lo abbiamo fatto a porte chiuse e continueremo su questa strada attraverso il coinvolgimento delle parti sociali che sono riferimento nel settore come Confcooperative che ha grande know how nel sociale e nel sanitario” ha annunciato la Bellucci. E sul calo demografico e l’invecchiamento della popolazione la Bellucci sottolinea che ci si debba interrogare sugli strumenti più adatti a rispondere ai bisogni reali. “Sul welfare dobbiamo recuperare un grande gap: l’Italia è fanalino di coda per natalità; siamo primi in Europa e secondi nel mondo dopo il Giappone per longevità, non abbiamo lavorato sulla natalità come in Francia. Dobbiamo lavorare sulla qualità della vita”, ha concluso il Viceministro.  Per Luciano Ciocchetti, Vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati “la disgregazione territoriale dei servizi viene da lontano e lo Stato ha perso il suo ruolo di guida nel tempo. Servirà trovare altre risorse e fare attenzione ai decreti attuativi per realizzare una riforma coerente e incisiva, che garantisca equità”. Le proposte della cooperazione negli interventi di Giuseppe Milanese, Presidente Confcooperative Sanità e Stefano Granata, Presidente Confcooperative Federsolidarietà. Per il presidente Milanese “stiamo legando in un unico sistema medici, infermieri, farmacisti per ridurre ricoveri non appropriati. Abbiamo 59 milioni di giornata di degenza e il 30% delle giornate di degenza sono inappropriate. Valgono 4,5 miliardi di euro. Si potrebbero evitare con assistenza domiciliare vera, riducendo i trasferimenti monetari, migliorando e potenziando i servizi. Possiamo fare tutto questo con 111.000 operatori specializzati”. Secondo il presidente Granata “Il primo passo è ridurre le diseguaglianze. I territori non sono tutti uguali. Tra Rsa e assistenza domiciliare c’è una prateria in mezzo con bisogni a cui dare risposte. L’abitare, il tempo libero, la mobilità, con un’ampia popolazione anziana che può fare scelte e va resa protagonista. Portare innovazione e sperimentare, ecco cosa deve fare la cooperazione e l’economia sociale può rendersi protagonista nella costruzione di un nuovo modello di welfare inclusivo. In questi giorni in Parlamento si depositano disegno di legge su nuovi albi professionali. L’istituzione di albo è l’esaltazione di un rapporto individualista che perde di vista lo spirito comunitario che va reinnestato dalla cooperazione recuperare il senso di comunità”. Spazio anche al confronto con gli enti e le professioni. Per Barbara Mangiacavalli, Presidente FNOPI Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche “affinché questa legge realizzi davvero gli obiettivi serve ridefinire le professioni sociosanitarie, superare questa distinzione e fare i conti con l'invecchiamento della popolazione e il calo demografico”.  Paolo Venturi, Direttore AICCON Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit: “da governo a governance - da individualizzazione a personalizzazione - da spazi a luoghi. La sfida dell'assistenza agli anziani si gioca mutualizzando”. Per  Filippo Anelli, Presidente FNOMCEO Federazione Nazionale degli Ordini dei medici “bene il lavoro tra cooperative mmg e cooperative sociali per sviluppo e riorganizzazione della rete territoriale”. A tirare le fila del dibattito il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini. “La vera sfida che ci aspetta è quella di prenderci cura delle persone, di rimettere le persone al centro. Il Covid ha accelerato l'evidenza di una situazione su cui troppo a lungo non si è intervenuti e che richiede una risposta complessiva. La visione troppo centralista del socio sanitario non ha trovato allineamento con le nuove necessità. Sulla Legge 33 siamo a disposizione per continuare a dare il nostro contributo”, ha concluso Gardini.

  Alessandra Fabri

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