Gardini, “Corriere della Sera al nostro fianco contro le false cooperative”

Gardini, “Corriere della Sera al nostro fianco contro le false cooperative”

giovedì 17 giugno 2021

Il quotidiano di Via Solferino pubblica oggi un articolo in cui si rimarca più volte la differenza tra chi fa vera cooperazione e chi ne fa un uso strumentale per violare la legge questione sulla quale ci battiamo da anni anche con un lavoro di sensibilizzazione che comincia a fare breccia 
 di Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative
Gardini, “Corriere della Sera al nostro fianco contro le false cooperative”

Una distinzione netta tra cooperative vere e false, tra chi fa dei valori della cooperazione una guida e chi ricorre strumentalmente alla forma cooperativa per eludere o violare apertamente le norme. L’articolo di Dario Di Vico (foto) pubblicato oggi sul Corriere della Sera “ Quelle notti da far west nei piazzali della logistica” è da incorniciare. 

Un editorialista autorevole come Di Vico, su uno dei principali quotidiani nazionali, propone in maniera netta, inequivocabile, ciò che come organizzazione, sia da soli che nell’ambito dell’Alleanza delle Cooperative, andiamo affermando da anni. I fenomeni di mala cooperazione ci sono, non li abbiamo mai ignorati, anzi siamo tra i primi e spesso gli unici a denunciare questi fenomeni.

 Abbiamo messo a punto una proposta di legge di iniziativa popolare depositata in Parlamento con il sostegno di oltre 100mila firme, proprio per mettere un freno al fenomeno delle false cooperative. Sono rari i casi in cui una organizzazione di rappresentanza chiede di intervenire con severità sul mondo che rappresenta. 

 Ma in questi anni oltre alla denuncia abbiamo svolto un lavoro di moral suasion, faticoso, poco visibile, ma di assoluto rilievo per far comprendere perché è importante sottolineare la distanza tra vera e falsa cooperativa, evitando generalizzazioni come spesso si è portati a fare, marchiando così tutta la cooperazione di quelle colpe che sono invece imputabili a un’esigua minoranza. 

Un messaggio che ha iniziato a permeare il pensiero di alcuni autorevoli opinion maker e circola sui principali organi di informazione. Un’attività che dobbiamo a tutte quelle cooperative che lavorano nel rispetto delle norme, a quelle che subiscono la concorrenza sleale delle false cooperative e che aggiungono al danno di immagine quello economico, ma più in generale a un modello di impresa che permette la nascita di modelli di sviluppo di territori e comunità per i quali spesso non ci sarebbero altre possibilità, che autorganizza la risposta ai bisogni trasformando in forza l’insieme delle debolezze. 

Un modo di fare impresa verso cui molti guardano con interesse provando a replicarne alcuni aspetti non tanto per convinzione quanto per convenienza. La lotta alla falsa cooperazione per noi è una priorità, continuerà a esserlo finché non verrà marginalizzata, la combatteremo nelle sedi istituzionali facendo pressione affinché siano trasformate in legge le nostre richieste, ma anche facendo conoscere la vera cooperazione e rimarcando la differenza con quella falsa nella convinzione che fornire strumenti per distinguerle sia il modo migliore per sconfiggerla.

 

  Francesco Agresti

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