Reggio Emilia: 21/4 assemblea Confcooperative Federsolidarietà

Reggio Emilia: 21/4 assemblea Confcooperative Federsolidarietà

mercoledì 20 aprile 2022

Fantauzzi: Veniamo da una stagione molto difficile che ha registrato sofferenze molto evidenti soprattutto per le imprese impegnate nei servizi educativi, ma il sistema nel suo complesso ha tenuto anche nei momenti più difficili determinati dalla pandemia, tanto che l’occupazione, ad esempio, non ha registrato flessioni e da alcuni mesi appare nuovamente in espansione

Reggio Emilia: 21/4 assemblea Confcooperative Federsolidarietà

Prosegue la stagione assembleare di Confcooperative Reggio Emillia. Dopo l'assise delle cooperative culturali, sportive e turistiche, il 21 aprile sarà la volta delll'assemblea della Federazone che raccoglie le 78 cooperative e imprese sociali e dell’organizzazione, che si presentano all’appuntamento con alle spalle quasi 4.000 soci, poco meno di 3.000 lavoratori e un fatturato che, dopo un 2020 segnato da un calo complessivo del 9%, si è riportato appena in prossimità dei 130 milioni di euro, restando comunque al di sotto dei valori pre-pandemia 135 milioni).

“Veniamo da una stagione molto difficile – sottolinea la presidente della Federazione delle coop sociali reggiane, Patrizia Fantuzzi – che ha registrato sofferenze molto evidenti soprattutto per le imprese impegnate nei servizi educativi, ma il sistema nel suo complesso ha tenuto anche nei momenti più difficili determinati dalla pandemia, tanto che l’occupazione, ad esempio, non ha registrato flessioni e da alcuni mesi appare nuovamente in espansione”. “Questo dato - spiega Patrizia Fantuzzi – per noi è molto significativo, soprattutto perché coincide con la vocazione di una larga parte delle nostre imprese, cioè quelle cooperative sociali di tipo B che hanno come missione proprio l’inclusione lavorativa di persone che scontano evidenti svantaggi nell’accesso al lavoro e ad una piena integrazione sociale”.

“Analogamente – prosegue la presidente di Federsolidarietà/Confcooperative – siamo molto soddisfatti, di come le diverse cooperative impegnate nei servizi sanitari, educativi e socio-assistenziali hanno saputo riprogettare i servizi, mantenendo forti relazioni di sostegno e accompagnamento agli utenti nonostante le norme restrittive e di distanziamenti imposti dal contrasto della pandemia”.

“Al sacrificio che per molte imprese ha avuto effetti anche sul reddito – osserva Patrizia Fantuzzi – ha dunque corrisposto un deciso rilancio sui valori solidaristici e su quelle relazioni comunitarie che rappresentano il movente dell’azione delle cooperative sociali, sostenute da una capacità imprenditoriale che le ha rese componente essenziale del welfare reggiano e capaci di investimenti in strutture e servizi che rappresentano grandi patrimoni comunitari”.

Le coop sociali di Confcooperative sono oggi impegnate in tutte le aree del bisogno: dall’assistenza ad anziani e disabili all’inclusione lavorativa di persone svantaggiate, dai servizi educativi all’accoglienza di donne sole con bambini, dal sostegno alle disabilità psichiatriche all’accoglienza di richiedenti asilo. “Una realtà molto ampia – osserva Patrizia Fantuzzi, che è anche vicepresidente di Confcooperative – che in quasi cinquant’anni di storia si è evoluta intercettando e anticipando, spesso, gli effetti che le grandi trasformazioni sociali ed economiche hanno determinato in termini di nuovi bisogni delle persone e delle famiglie, con una continua evoluzione di progetti e servizi di sostegno e prossimità rispetto alle diverse forme di fragilità che si sono via via manifestate”.

“Con questo patrimonio alle spalle – conclude Patrizia Fantuzzi – vogliamo continuare a rinsaldare il patto stabilito con persone, famiglie e comunità, puntando anche ad una integrazione con il pubblico che sia sempre più sostenuta da una co-progettazione di azioni e servizi che valorizzino le esperienze, le competenze e le professionalità che il privato sociale esprime in una stagione in cui il tema della sussidiarietà è fondamentale per la tenuta e lo sviluppo del welfare locale”.

  Francesco Agresti

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