Il frantoio Nata Terra olio extravergine d’oliva diventa presidio Slow Food

Il frantoio Nata Terra olio extravergine d’oliva diventa presidio Slow Food

giovedì 16 giugno 2022

Un prodotto di qualità che nasce da un progetto di agricoltura sociale della cooperativa sociale Osiride, che coltiva i propri ulivi tra le colline sidicine e sessane, nel territorio che dalla Campania si estende fino a quello aurunco del basso Lazio.  

Il frantoio Nata Terra  olio extravergine d’oliva   diventa presidio Slow Food

Il frantoio Nata Terra olio extravergine d’oliva è stato riconosciuto come presidio slow food e la guida all'extravergine di Slow Food Italia 2022 segnala Nata Terra tra le varie eccellenze. Un risultato importante, che premia l’impegno di realizzare un prodotto di qualità, non solo dal punto di vista agroalimentare. Nata Terra, infatti, nasce da un progetto di agricoltura sociale della cooperativa sociale Osiride, che coltiva i propri ulivi tra le colline sidicine e sessane, nel territorio che dalla Campania si estende fino a quello aurunco del basso Lazio.  

L’olio Nata Terra deriva da cultivar autoctone come il Leccino, l’Itrana, la Fran-toiana e la Sessana. Sono tre le tipologie di olio prodotte a marchio Nata terra: olio extra vergine fruttato leggero, olio extra vergine fruttato medio e olio extra vergine fruttato intenso.  

Il riconoscimento come presidio slow food attesta il rispetto di rigorosi principi di tutela ambientale, con verifiche dell’impatto dell’olio sulla salute e la sostenibilità. Il 2022 ha visto anche il marchio Nata Terra entrare a far parte della Lodo Guide – una guida internazionale dei migliori oli extravergine d’oliva nel mondo - con un punteggio di 90/100.  

Si tratta di un grande risultato, che arriva dopo un duro lavoro nei campi e nel frantoio. Abbiamo studiato molto e sperimentato, nel rispetto della terra. Il perimetro dentro cui il progetto ha preso piede è quello dell’agricoltura sociale: abbiamo generato economia, sostenendo la valorizzazione di un territorio complesso” afferma Ciro Maisto, presidente della cooperativa sociale Osiride. 

La terra che accoglie gli uliveti è stata sottratta allo sfruttamento intensivo, a favore di metodi di agricoltura biologica. Trattandosi, inoltre, di un progetto di agricoltura sociale, l’intero ciclo di produzione, dalla cura degli ulivi fino alla raccolta e alla trasformazione delle olive, coinvolge uomini e donne che la legge definisce svantaggiati.  

In un territorio dove ad essere sfruttato non è solo il terreno, ma soprattutto le persone, la cooperativa applica tutte le tutele previste dal CCNL rispettando i tempi di ognuno” aggiunge Maisto. 

Il marchio Nata Terra ha ottenuto nel 2022 anche il riconoscimento EVO IOOC Italy 2022 - Gold Medal, tra i primi cinque concorsi internazionali sull'olio extravergine e primo in Italia.  

Per info e ordinazioni: https://www.nataterra.it/

  Alessandra Fabri

Riproduzione riservata ©
254

Territorio