Un patto per la Sicilia contro spopolamento e fuga dei giovani

Un patto per la Sicilia contro spopolamento e fuga dei giovani

martedì 24 ottobre 2023

I temi al centro dell’Assemblea di Confcooperative Sicilia

Un patto per la Sicilia contro spopolamento e fuga dei giovani

Parte dall’Assemblea annuale di Confcooperative Sicilia la proposta di una nuova stagione di collaborazione tra pubblico e privato sociale per lo sviluppo del territorio contro lo spopolamento e la fuga dei giovani. È l’auspicio espresso dal presidente di Confcooperative Sicilia Gaetano Mancini, rivolto alle istituzioni regionali ed alla politica nella tavola rotonda che si è sviluppata attorno al tema “Comunità al bivio, le cooperative per un nuovo Patto per la Sicilia". Una assemblea partecipata che ha visto la presenza di oltre 250 cooperative.  “Proponiamo la costruzione di un’alleanza vera per affrontare i nodi che impediscono lo sviluppo della Sicilia. E chiediamo attenzione verso la cooperazione siciliana”. Così il presidente Mancini nel ribadire la necessità di un cambio di passo rispetto ai modelli adottati ed alle scelte compiute. “Lo scenario in cui operano le imprese siciliane è difficilissimo. Serve ripensare le strategie. E poi ci sono i dati demografici che devono allarmare” evidenzia Mancini. Secondo l’ISTAT in dieci anni la Sicilia ha visto diminuire la propria popolazione di 310 mila residenti. E questo non più solo nelle aree rurali. Negli ultimi dieci anni i comuni più colpiti sono infatti, in valore assoluto, Palermo (91.237 residenti in meno), Catania (24.370 in meno) e Messina (16.050 in meno). Mentre in termini percentuali, secondo Eurostat, Enna e Caltanissetta sono state nel 2021 le province italiane con il maggior calo di popolazione, rispettivamente con il 9,6% ed il 7,8%. Sono dati drammatici. “Siamo inoltre dentro a cambiamenti che stravolgono i paradigmi ai quali siamo stati abituati. Dobbiamo allora decidere se subirli, con lo sguardo rivolto al passato, o cavalcarli con coraggio, provando a trarre da essi nuove opportunità”, prosegue Mancini.
Le istituzioni presenti – l’assessore alle Attività Produttive Edy Tamajo e l’assessore all’Economia Marco Falcone per il governo regionale, i presidenti di commissione, Bilancio Dario Daidone, Antimafia Antonello Cracolici, Attività Europee Luigi Sunseri, il componente di commissione Salute Giuseppe Lombardo, il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, il presidente ANCI Paolo Amenta e numerosi deputati – hanno condiviso le proposte di Confcooperative Sicilia e garantito la massima collaborazione.
Il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento conclusivo ha evidenziato la resilienza ed il ruolo delle cooperative dei diversi settori nelle situazioni di difficoltà esprimendo l’impegno della Confcooperative nazionale a supporto del loro sviluppo in Sicilia per proseguire nel lavoro fatto in questi anni. E proprio sulla centralità delle cooperative per lo sviluppo del territorio, il presidente Mancini ha ricordato i numeri della cooperazione reginale. “I dati del Centro Studi di Fondosviluppo parlano chiaro–le cooperative sono presenti nel 90% dei comuni siciliani. E spesso rappresentano un presidio di servizi che rimarrebbe altrimenti inespresso per la propria comunità. E danno lavoro buono, quello dei CCNL, a oltre 62.000 addetti in Sicilia, producendo 5,4 miliardi di euro di fatturato. Ma sono realtà che vanno rafforzate. Oggi, nel nostro territorio, 7 cooperative su 10, tra quelle potenzialmente ammissibili alle garanzie del Fondo Centrale di Garanzia, si trovano in una condizione di fragilità, 4 su 10 di “vulnerabilità” e 3 su 10 di “rischiosità. E tolte le cooperative bancarie/finanziarie, solo lo 0,2% si può classificare come “grande impresa”, il 2,4% come “media”, il 15,7% come “piccola” e ben l’81,2% come “micro”. Le “micro” e le “piccole”, che rappresentano il 97% della cooperazione siciliana, fatturano appena il 56% del totale. Qui risiede l’allarme, a cui le istituzioni devono dedicare attenzione e impegno. Servono misure mirate: la prima è relativa alla funzionalità dell’IRCA. Perché una delle prime risposte da dare a quel 97% di micro e piccole imprese sta nella capitalizzazione e nel miglioramento delle condizioni per l’accesso al credito. L’IRCA è partito solo per le imprese artigiane, lasciano la cooperazione ai margini. Occorre allora procedere con decisione”, conclude il presidente Mancini.

E a margine dei lavori assembleari è stata inaugurata, in una cerimonia molto sentita, la sala riunioni di Confcooperative Sicilia intitolata a Beppe Maggi, compianto direttore di Confcooperative Nazionale dal 1990 al 2016.

  Alessandra Fabri

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