Imballaggi: Alleanza Cooperative, proposta regolamento Ue penalizza paesi più virtuosi

Imballaggi: Alleanza Cooperative, proposta regolamento Ue penalizza paesi più virtuosi

mercoledì 29 marzo 2023

Secondo la Commissione europea, le misure proposte dovrebbero ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra derivanti dagli imballaggi a 43 milioni di tonnellate rispetto a 66 milioni di tonnellate di emissioni che verrebbero liberate a legislazione invariata

Imballaggi: Alleanza Cooperative, proposta regolamento Ue penalizza paesi più virtuosi

“La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio non può finire per provocare effetti paradossali penalizzando Paesi virtuosi come l’Italia, per questa ragione è indispensabile correggere il tiro."  Questa, in sintesi, la posizione espressa dall’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione davanti ai membri della Commissione Politiche Unione Europea.

Nell’ambito degli impegni del Green Deal, la risoluzione sul Piano d'azione per l'economia circolare, approvata il 10 febbraio 2021, sollecita, tra l’altro, l’impegno della Commissione nel rafforzare i requisiti essenziali obbligatori per gli imballaggi, prendendo in considerazione misure di prevenzione, per ridurre i rifiuti di imballaggi ed orientare la progettazione in modo da promuovere il riutilizzo e la riciclabilità degli imballaggi, la riduzione della complessità dei materiali ed introdurre requisiti per il contenuto riciclato negli imballaggi di plastica.

Secondo la Commissione europea, le misure proposte dovrebbero ridurre entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra derivanti dagli imballaggi a 43 milioni di tonnellate rispetto a 66 milioni di tonnellate di emissioni che verrebbero liberate a legislazione invariata. Dalle nuove misure la Commissione si attende, altresì, creazione di nuova occupazione (in particolare, oltre 600mila posti di lavoro nelle attività legate al riutilizzo degli imballaggi), oltre a risparmi per imprese e consumatori stimabili in circa 100 euro l'anno pro capite.

Se la proposta di Regolamento matura in un contesto di obiettivi del tutto condivisibili, gli strumenti individuati non sembrano rispondere a principi di proporzionalità e riduzione dei costi per le imprese, andando paradossalmente a penalizzare paesi virtuosi come l’Italia che hanno raggiunto eccellenti risultati in termini di ricerca e sviluppo della filiera del riciclaggio.

E’ indispensabile che lo Stato italiano si adoperi tempestivamente ed in maniera determinata sui tavoli di lavoro a livello comunitario, per garantire:

 

- una verifica a livello nazionale ed europeo dell’impatto del Regolamento, con particolare riferimento ai settori produttivi, distributivi, agroalimentare, della ristorazione e del mercato del lavoro e delle eventuali necessità di modifica;

- una revisione degli aspetti più problematici, tra cui l’eliminazione dei divieti, la modifica delle previsioni relative agli obblighi di riutilizzo, ecc;

- una revisione di alcune previsioni della direttiva SUP che, oltre a sovrapporsi alla nuovi disciplina, rischiano di penalizzare in maniera significativa alcune filiere, tra cui il settore agroalimentare e del settore lattiero caseario (ad esempio, nozione di tappo, riconoscimento chiaro della differenza tra il prodotto interamente in plastica e parzialmente in plastica; riconoscimento della possibilità di immissione sul mercato dei prodotti in plastica biodegradabili e compostabili, ecc);

- un immediato chiarimento interpretativo o, se necessario, una revisione del regolamento comunitario di esecuzione (UE) 2020/2151 del 17 dicembre 2020, che reca disposizioni relative alle specifiche di marcatura armonizzate per i prodotti di plastica monouso;

- definizione della possibilità di attivazione di strumenti di sostegno economico per le filiere maggiormente penalizzate dall’impatto della proposta.

 

  Francesco Agresti

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