Dazi: Gardini, accordo scongiura guerra commerciale, ma non lascia tranquilli

Dazi: Gardini, accordo scongiura guerra commerciale, ma non lascia tranquilli

lunedì 28 luglio 2025

Fondamentale un riassetto strategico del mercato che tenga conto non solo delle nuove aliquote tariffarie 

Dazi: Gardini, accordo scongiura guerra commerciale, ma non lascia tranquilli

“L'accordo raggiunto tra Unione Europea e Stati Uniti mette fine a una fase di incertezza dopo mesi di instabilità che hanno rischiato di portarci a una guerra commerciale che le nostre imprese non avrebbero potuto reggere. Tuttavia, non possiamo nascondere le nostre preoccupazioni: i dazi al 15%, seppur più contenuti rispetto alle minacce iniziali del 50% e successivamente del 30%, oltre alla svalutazione del dollaro costituiscono comunque un fardello significativo per il tessuto produttivo europeo”. Lo dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative.

“La realtà è che molte delle nostre cooperative e imprese, già messe alla prova da anni di sfide economiche, faticheranno ad assorbire questo impatto. Non tutte – aggiunge Gardini – avranno le spalle larghe per sostenere questi costi aggiuntivi, e il rischio è quello di vedere indebolita la competitività di interi settori”.

“Ora più che mai è fondamentale un riassetto strategico del mercato che tenga conto non solo delle nuove aliquote tariffarie - alcune delle quali sono ancora in fase di definizione - ma anche delle dinamiche valutarie, con particolare attenzione alla svalutazione del dollaro che sta ridisegnando gli equilibri commerciali globali.

“L'Europa non può permettersi di restare a guardare. È il momento di dimostrare leadership e visione politica. Dal piano della Commissione Ursula von der Leyen alle decisioni di politica monetaria della BCE, ogni strumento deve essere mobilitato per costruire un'Europa più forte e competitiva. Non parliamo solo di proteggere il mercato interno, ma di creare un ecosistema che permetta alle nostre imprese di prosperare e innovare”.

L'Unione Europea deve trasformarsi da semplice regolatrice a vera architetta del bene comune europeo, mettendo al centro la sostenibilità economica delle imprese e la competitività del sistema produttivo continentale. Il momento storico è propizio: dopo anni di navigazione a vista, è arrivato il tempo per l'Europa di spiccare definitivamente il volo e assumere il ruolo di protagonista che le compete nello scacchiere economico mondiale”.

  Francesco Agresti

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