Territorio

Cooperative agroalimentari friulane e slovene, presto al via progetti comuni

Cooperatori del Friuli VG e della vicina Slovenia pronti a sviluppare rapporti ancora più stretti. Nei giorni scorsi, infatti, si è svolto a Lubiana il congresso della Zadružna Zveza Slovenije, l'Associazione delle cooperative agricole slovene. Ospite “virtuale” – collegato da Udine in streaming – anche il presidente di Confcooperative Fvg, Daniele Castagnaviz (Associazione di settore che riunisce quasi 600 cooperative regionali, 135 delle quali afferenti al settore agroalimentare) il quale ha illustrato le esperienze delle cooperative friulane e italiane nell’ambito della digitalizzazione.

«Abbiamo accolto con piacere l’invito a partecipare a questo incontro – è il commento di Castagnaviz -perché la Slovenia rappresenta un ponte fondamentale per la proiezione internazionale del movimento cooperativo italiano e per lo sviluppo di progetti transnazionali nell’ambito dei programmi europei. Nei prossimi anni vogliamo rafforzare la vocazione internazionale della cooperazione del Fvg, sia per sostenere i processi di internazionalizzazione che per cogliere le opportunità di collaborazione che fornisce la programmazione europea del settennato 2021-2027».

Zadružna Zveza Slovenije riunisce 60 cooperative agricole slovene, con ben 13.000 agricoltori associati. Molte di queste imprese si concentrano sulla lavorazione e commercializzazione dei prodotti conferiti dai soci agricoltori e impiegano 2.600 lavoratori, rappresentando un significativo generatore di nuovi posti di lavoro nelle aree rurali. In 150 anni di storia, le cooperative sono diventate un importante motore di sviluppo della campagna slovena e oggi, oltre ai 350 punti vendita distribuiti sull’intero territorio sloveno, rivestono un ruolo di primo piano raggiungendo quote di mercato estremamente rilevanti nel lattiero-caseario (75 per cento), allevamento di bovini da carne (68 per cento), allevamento di suini (36 per cento), vitivinicoltura (68 per cento), cerealicoltura (33 per cento), coltivazione di patate (27 per cento) e altri ortaggi (26 per cento).