Federazioni, Agroalimentare

Svolta sul piano FAO-CGPM: al MASAF riparte il dialogo per il futuro della piccola pesca

L’Italia imprime una nuova accelerazione all’attuazione del Piano d’Azione Regionale FAO-CGPM per la pesca artigianale (RPOA-SSF). Al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste (MASAF) si è svolta la tavola rotonda “Verso l’implementazione del Piano d’azione regionale FAO-CGPM per la pesca artigianale”, che ha riunito istituzioni, cooperative della pesca, aree marine protette, ricercatori e ONG. Focus dell’incontro: definire un percorso condiviso per rafforzare la pesca artigianale in Italia.

Un piano strategico per la sostenibilità della pesca artigianale
Il RPOA-SSF, sottoscritto nel 2018 dai Paesi mediterranei, dal Mar Nero e dall’UE, è una reale road map decennale (2018–2028) per promuovere la sostenibilità economica, sociale e ambientale della piccola pesca. L’obiettivo è applicare nel Mediterraneo le direttive FAO, valorizzando un comparto fondamentale per l’identità e la resilienza delle comunità costiere.

MASAF: “La piccola pesca è un settore strategico per il Paese”
Ad aprire i lavori è stato Marco Lupo, Capo Dipartimento del MASAF, che ha ribadito la necessità di strumenti concreti e di una visione di lungo periodo.

Il Sottosegretario Patrizio La Pietra ha confermato l’impegno istituzionale:

“La piccola pesca artigianale rappresenta una risorsa strategica. Il MASAF è pronto a proseguire il confronto con tutti gli attori per sostenere il settore”.

Tra le sfide evidenziate durante la mattinata: ricambio generazionale, redditività, governance partecipata e raccolta dati più capillare.

FAO, ONG e Cooperative: “Ora bisogna trasformare i principi in azioni”
Per Anna Carlson, Fishery Officer CGPM/FAO, il successo del Piano dipende dalla capacità dei Paesi di attuare misure concrete e di coinvolgere pescatori e istituzioni in un dialogo continuo.

Secondo Alessandra Prampolini, direttrice generale WWF Italia:

“La pesca artigianale sostenibile è un alleato prezioso per la tutela del mare e la vitalità delle comunità costiere”.

L’Alleanza delle Cooperative Italiane Pesca (Confcooperative Fedagripesca, Agci Pesca e Acquacoltura, Legacoop Agroalimentare) ha sottolineato che la piccola pesca è un patrimonio culturale, oltre che economico, e che il modello italiano deve diventare riferimento nazionale e mediterraneo, sostenuto da adeguati investimenti.

Le cinque priorità per accelerare l’attuazione del Piano in Italia
Dalla tavola rotonda sono emerse cinque azioni chiave per rendere operativo il Piano FAO-CGPM:

1. Confronto regolare e inclusivo
Istituire tavoli permanenti che coinvolgano istituzioni, settore, ricerca e società civile.

2. Quadro normativo nazionale per la cogestione
Definire regole chiare per piani di gestione partecipati e adattati ai territori.

3. Risorse dedicate e strumenti finanziari stabili
Finanziare monitoraggio, formazione, innovazione e transizione verso pratiche più sostenibili.

4. Rafforzamento della raccolta dati
Integrare conoscenze scientifiche e tradizionali per decisioni basate su evidenze.

5. Valorizzazione delle buone pratiche italiane
Replicare modelli di successo per costruire un’identità nazionale della pesca artigianale sostenibile.

Obiettivo comune: rafforzare la resilienza della piccola pesca
Tutti i partecipanti hanno espresso una chiara volontà di collaborare per accelerare l’attuazione del Piano. Le priorità individuate sono considerate essenziali per garantire il futuro della pesca artigianale italiana e contribuire alla sostenibilità del Mediterraneo.