Confcooperative al Business Forum Italia-Arabia Saudita
Dare nuovo slancio al nostro export agroalimentare in Arabia Saudita e addivenire ad un accordo che permetta di superare le attuali restrizioni che impediscono ai prodotti avicoli di entrare nel mercato arabo. Questi i temi al centro della partecipazione di Confcooperative insieme a una delegazione di primarie aziende cooperative agroalimentari, Amadori, Fileni e Consorzio Melinda, al Forum Imprenditoriale in corso in Arabia Saudita, organizzata dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e da Agenzia ICE.
Il Forum bilaterale ha visto la partecipazione di oltre 1400 imprese, tra italiane e saudite e rappresenta uno degli appuntamenti economici bilaterali più importanti degli ultimi anni. “Ringraziamo il Vice Premier e Ministro degli esteri Antonio Tajani per questa preziosa occasione di dialogo con istituzioni e imprese saudite che ha permesso alle nostre cooperative di lavorare attivamente per la costruzione di nuove partnership strategiche”, ha dichiarato il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei. “L’Arabia Saudita è un Paese in forte crescita, protagonista di un profondo rinnovamento culturale ed economico e si prepara a due grandi appuntamenti come Expo Riad 2030 e i Mondiali di Calcio del 2034”.
Nel panel Innovating Agribusiness & Water Technologies: new frontiers, il Consorzio Melinda ha illustrato il proprio modello cooperativo e gli investimenti in sostenibilità, confermando il proprio interesse a far crescere le relazioni commerciali tra i due paesi. Le vendite in Arabia Saudita e nel Medio Oriente sono aumentate negli ultimi anni e il consorzio cooperativo trentino è pronto a cogliere nuove occasioni di espansioni e consolidamento, intercettando la crescente attenzione dei consumatori arabi verso le produzioni di qualità del made in Italy.
Più complicato il tema dell’export del settore avicolo, su cui pesano barriere sanitarie che non consentono, in assenza di un certificato sanitario concordato, le esportazioni delle carni di pollo. L’Arabia Saudita attualmente produce solo il 60% del proprio fabbisogno interno di carne avicola e il pollo è un alimento chiave nella dieta locale. Le rigide normative e le restrizioni all’export attualmente impediscono lo sviluppo commerciale alle nostre aziende. Per poter essere importati, i prodotti avicoli necessitano in primo luogo della certificazione di macellazione Halal compatibile con la normativa europea sul benessere animale e poi di una specifica autorizzazione rilasciata dalle autorità competenti del paese importatore.
Il confronto avviato oggi tra imprese italiane e SDFA – Saudi Food & Drug Authority apre, tuttavia, spiragli per superare tali barriere.
Al Forum imprenditoriale a Riad è intervenuto anche il presidente di Confcooperative Sanità Giuseppe Milanese che ha partecipato alla sessione dedicata all’evoluzione dei sistemi di cura.